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La Regione discute il piano del Commercio. Le categorie restano fuori

 

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Oggi in consiglio regionale si discute la nuova legge del commercio. Una nutrita rappresentanza di Ascom Confcommercio e di Confesercenti si è presentata davanti alla sede del consiglio per assistere ai lavori, ma la giunta ha deciso di permettere l’accesso solo a tre rappresentanti per categoria. Sia il vice presidente vicario di Ascom, Alessandro Cavo, sia il direttore di Confesercenti, Andrea Dameri, hanno deciso che non sarebbe entrato nessuno. In questo momento le due delegazioni sono state ricevute dall’assessore alle attività produttive Edoardo Rixi.
La scelta di limitare l’accesso al consiglio alle categorie non ha precedenti né in consiglio comunale né in consiglio comunale.
Le associazioni, che hanno condotto un’aspra battaglia contro l’impianto della nuova legge studiata dalla giunta Toti con  l’indirizzo di spalancare le porte della Liguria alla grande distribuzione organizzata, hanno ottenuto con le loro proteste argomentate che la struttura della legge cambiasse i maniera sostanziale, anche se un’apertura è comunque prevista. Hanno fatto leva sul “valore aggiunto” del commercio tradizionale per quanto riguarda la vivibilità, l’accoglienza turistica e la maggiore offerta di posti di lavoro (ad ogni nuovo occupato nei supermercati corrispondono tre lavoratori che perdono l’impiego nei negozi). Hanno ottenuto anche che la giunta mettesse a disposizione una quota parte degli oneri di urbanizzazione dei nuovi insediamenti della Gdo vengano reinvestiti sui territori dei Civ, Centri integrati di via. È proprio l’evoluzione di questa opportunità che i commercianti volevano seguire questa mattina in consiglio quando, invece, è stata sbarrata loro la porta come sempre più spesso le amministrazioni locali stanno facendo con i lavoratori, trasformando le sedute pubbliche in “lavori a porte chiuse” non appena “annusano” aria di dissenso.

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A parlare con i dirigenti delle associazioni sono scesi sia il presidente della regione Giovanni Toti, con l’assessore Rixi, sia il presidente del consiglio, Francesco Bruzzone. Il motivo del “contingentamento”, è stato detto, è quello di non creare disparità con i lavoratori del trasporto pubblico locale, anch’essi attesi in manifestazione.
<Abbiamo ricevuto rassicurazioni – ha detto Cavo uscendo dall’incontro con Rixi -. Seguiremo i lavori da fuori e stasera vedremo se le promesse saranno rispettate>.
<Non è possibile che si tenga fuori dalla discussione una delegazione di più di una ventina di persone che pacificamente vuole assistere alla discussione di un provvedimento – dice Dameri -. È stata una grande delusione. Dal punto di vista delle istituzioni democratiche abbiamo perso un’occasione importante anche questa volta. Per quanto riguarda il merito della legge, è chiaro che ci siano timori di “polpette avvelenate” nel corso dell’approvazione, siamo stati abituati a vederne in occasione dell’approvazione di altre leggi. Ovvio che un po’ di timore lo abbiamo>.
Le modifiche all’impianto della legge che dovrebbero essere applicate con gli emendamenti riguardano una migliore specificazione dei criteri riguardanti le aree esondabile, l’istituzione di una “fascia di rispetto” di 800 metri dai centri storici (che i comuni potranno gestire da 0 a 1000 metri a loro discrezione e che comunque potrà ospitare solo medie superfici di vendita fino a 1.000 metri), l’istituzione dei una fascia di rispetto attorno al territorio dei Civ (che la giunta voleva proposto solo come ordine del giorno e che le associazioni hanno chiesto sotto forma di vero emendamento, perché non sia solo un orientamento teorico, ma sia inserito nell’impianto della legge, anche se da specificare con un provvedimento successivo) entro la quale, tra l’altro, anche gli oneri delle medie strutture di vendita dovrebbero andare in quota parte al territorio dei Civ stessi.

 

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